Qualche anno fa, io e mia madre abbiamo litigato furiosamente. Non ricordo cosa abbia scatenato la discussione, ma ricordo di essere sdraiata sul pavimento del bagno a singhiozzare mentre controllavo i miei messaggi alla ricerca di qualcuno che potesse distrarmi da tutta quella tristezza.

Nel mio telefono c’erano i nomi di decine di ragazze che avevo incontrato durante gli anni dell’università, quando mi alternavo tra discoteche, brunch e concerti fino a tarda notte nel tentativo di avvicinarmi a persone che speravo un giorno sarebbero state le mie damigelle d’onore al matrimonio. Ma davvero? Queste amicizie erano superficiali, niente a che vedere con quelle che guardavo e desideravo nella serie TV Girls. Non potevo contare su di loro durante un attacco di panico. E se non puoi chiamare un’amica alle 22:00 di un giorno feriale, quando il moccio che ti esce dal naso ti ha reso incomprensibile, è davvero un’amica?

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